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Intolleranza al lattosio

Intolleranza al lattosio

Definizione:

L’intolleranza al lattosio è una condizione in cui l’organismo non è in grado di digerire correttamente il lattosio, uno zucchero presente nel latte e nei prodotti lattiero-caseari. Questo accade a causa di una carenza o di un’insufficienza dell’enzima lattasi nell’intestino tenue.

L’enzima lattasi è responsabile della scomposizione del lattosio in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, che possono essere assorbiti nell’intestino tenue e utilizzati come fonte di energia. Se l’enzima lattasi non è presente in quantità sufficiente, il lattosio non viene completamente digerito e rimane nel tratto intestinale.

È importante sottolineare che l’intolleranza al lattosio non è la stessa cosa della allergia al lattosio. L’allergia al lattosio è una reazione immunitaria anormale alla presenza di lattosio, mentre l’intolleranza al lattosio è una condizione di tipo digestivo causata dalla mancanza di lattasi.

Eziopatogenesi:

L’eziopatogenesi dell’intolleranza al lattosio è il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali che influenzano la produzione e la funzione dell’enzima lattasi nell’intestino tenue. Vediamo i principali fattori coinvolti:

  1. Fattori genetici: Essa svolge un ruolo significativo nell’eziopatogenesi dell’intolleranza al lattosio. La presenza di varianti genetiche nel gene LCT (lattasi) può influire sulla produzione e sulla funzione dell’enzima lattasi. Ad esempio, alcune mutazioni possono causare una riduzione dell’espressione dell’enzima o una sua produzione anormale. L’intolleranza al lattosio primaria ereditaria è spesso associata a queste varianti genetiche che influenzano la capacità di digerire il lattosio.
  2. Riduzione fisiologica dell’attività lattasica: Durante l’infanzia, i livelli di lattasi sono generalmente elevati per consentire la digestione del lattosio presente nel latte materno o nelle formule a base di latte. Con l’avanzare dell’età, si verifica una riduzione fisiologica dell’attività lattasica. Questo processo può essere influenzato da fattori genetici e ormonali, ma non è ancora completamente compreso.
  3. Eventi patologici dell’intestino tenue: Alcune malattie o condizioni che colpiscono l’intestino tenue possono influenzare l’eziopatogenesi dell’intolleranza al lattosio. Ad esempio, la celiachia, una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue in risposta al glutine, può danneggiare le cellule che producono l’enzima lattasi, riducendo la sua disponibilità. Altre condizioni che possono causare danni all’intestino tenue, come l’infezione o l’infiammazione, possono anche influire sulla produzione o sulla funzione dell’enzima lattasi.
  4. Cambiamenti nella flora intestinale: Alterazioni nella composizione della flora batterica intestinale possono influenzare l’eziopatogenesi dell’intolleranza al lattosio. La presenza di certi tipi di batteri nel colon può aumentare la fermentazione del lattosio non digerito, producendo gas e acidi organici che causano i sintomi dell’intolleranza al lattosio.

In definitiva, l’intolleranza al lattosio è una condizione complessa in cui la carenza o l’insufficienza dell’enzima lattasi nell’intestino tenue è influenzata da fattori genetici, ormonali, patologici e microbiologici. Questi fattori possono variare da individuo a individuo, spiegando perché l’intolleranza al lattosio può manifestarsi in modi diversi e con diverse gravità nelle persone affette.

Sintomatologia:

La sintomatologia dell’intolleranza al lattosio può variare da individuo a individuo, ma i sintomi comuni includono:

  1. Disturbi gastrointestinali: Sono i più comuni nell’intolleranza al lattosio. Possono includere gonfiore addominale, flatulenza (produzione eccessiva di gas intestinali), crampi, dolore, diarrea e sensazione di malessere generale nell’addome. La gravità dei sintomi può variare da lieve a grave, a seconda della quantità di lattosio consumata e della tolleranza individuale.
  2. Diarrea: E’ un sintomo comune. L’eccesso di lattosio non digerito nel tratto intestinale può attirare acqua nel colon, provocando feci liquide e diarrea.
  3. Nausea e vomito: Alcune persone possono accusare nausea e vomito dopo aver consumato alimenti contenenti lattosio. Questi sintomi sono più comuni nei casi più gravi di intolleranza al lattosio.
  4. Gonfiore e flatulenza: Il lattosio non digerito nel tratto intestinale viene fermentato dai batteri intestinali, producendo gas. Questo può causare gonfiore addominale e flatulenza e può portare a sensazioni di tensione o di distensione nell’addome.
  5. Crampi addominali: Possono essere presenti e variare da lievi a gravi. Questi crampi sono spesso descritti come dolori addominali intermittenti e causano disagio e disturbo nelle attività quotidiane.
  6. Malessere generale: Alcune persone possono sperimentare un senso generale di malessere dopo aver consumato alimenti contenenti lattosio. Ad esempio sensazioni di stanchezza, irritabilità o disagio generale.

È importante notare che i sintomi dell’intolleranza al lattosio possono essere simili a quelli di altre condizioni gastrointestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile o la sensibilità al glutine non celiaca.

Prognosi:

La prognosi dell’intolleranza al lattosio è generalmente buona. Sebbene non ci sia una cura definitiva per l’intolleranza al lattosio, la gestione adeguata dei sintomi e l’adozione di una dieta appropriata possono consentire alle persone affette di vivere una vita normale e senza sintomi significativi.

La prognosi dipende principalmente dalla capacità di gestire l’assunzione di lattosio nella dieta e di adottare strategie alimentari adeguate. Riducendo o eliminando il consumo di alimenti contenenti lattosio, è possibile prevenire o ridurne i sintomi. Inoltre, l’utilizzo di integratori di lattasi o l’assunzione di prodotti lattiero-caseari senza lattosio può aiutare nella digestione del lattosio e nel mantenimento di una dieta equilibrata.

È importante sottolineare che non è una condizione pericolosa per la vita. Sebbene i sintomi gastrointestinali possano essere fastidiosi e causare disagio, non c’è alcun rischio immediato ad essa associato per la salute.

In generale, seguendo una dieta priva di lattosio o a basso contenuto di lattosio e adottando le strategie alimentari consigliate, la prognosi per le persone con intolleranza al lattosio è favorevole e possono vivere una vita sana e soddisfacente.

Diagnosi:

La diagnosi può essere effettuata utilizzando diversi metodi. Di seguito sono riportati i principali approcci diagnostici:

  1. Anamnesi e sintomi: Il medico può eseguire un’intervista approfondita per raccogliere informazioni sulla storia clinica e sui sintomi del paziente. Saranno esaminati i sintomi gastrointestinali che si verificano dopo l’assunzione di lattosio o di prodotti lattiero-caseari contenenti lattosio. La presenza di sintomi come gonfiore addominale, diarrea, flatulenza e crampi addominali dopo il consumo di lattosio suggerisce un’eventuale intolleranza.
  2. Test del respiro all’idrogeno o breath test: E’ uno dei principali metodi diagnostici utilizzati per confermare l’intolleranza al lattosio. Questo test valuta la capacità del corpo di digerire e assorbire il lattosio.

Il test del respiro viene eseguito in un laboratorio medico o in un centro diagnostico e di solito comporta i seguenti passaggi:

      • Digiuno: prima del test, è necessario digiunare per un determinato periodo di tempo, di solito 8-12 ore. Durante questo periodo, è necessario evitare di consumare cibi o bevande che contengono lattosio.
      • Assunzione di una soluzione di lattosio: viene somministrata al paziente una soluzione contenente una quantità specifica di lattosio da bere. La quantità di lattosio somministrata può variare a seconda delle linee guida del test e delle caratteristiche del paziente.
      • Monitoraggio del respiro: dopo aver bevuto la soluzione di lattosio, il paziente inizia a respirare in un dispositivo chiamato spirometro o gasometro. Questo dispositivo misura la concentrazione di idrogeno esalato nel respiro del paziente.
      • Raccolta di campioni di respiro: vengono prelevati campioni di respiro del paziente ad intervalli regolari, di solito ogni 15-30 minuti, per un periodo di tempo determinato (solitamente 2-3 ore). I campioni di respiro vengono analizzati per misurare la concentrazione di idrogeno.

L’ipotesi alla base del test del respiro all’idrogeno è che se l’intolleranza al lattosio è presente, il lattosio non digerito raggiunge il colon, dove viene fermentato dai batteri intestinali, producendo gas idrogeno. Questo idrogeno viene quindi assorbito nel sangue e trasportato ai polmoni, dove viene esalato e può essere misurato durante il test del respiro.

Se i livelli di idrogeno nel respiro aumentano significativamente dopo l’assunzione di lattosio, si può concludere che l’intolleranza al lattosio è presente. Tuttavia, è importante notare che il test del respiro all’idrogeno può dare risultati falsi positivi o falsi negativi, quindi deve essere interpretato attentamente da un medico esperto. Test ematici: Possono essere utilizzati per misurare i livelli di lattasi o per cercare segni di reazioni immunitarie al lattosio. Tuttavia, questi test non sono considerati altamente affidabili per la diagnosi dell’intolleranza al lattosio.

  1. Test di eliminazione e reintroduzione del lattosio: In alcuni casi, può essere eseguito un test di eliminazione del lattosio dalla dieta per un periodo di tempo specifico. Successivamente, il lattosio viene reintrodotto gradualmente per valutare la risposta del paziente e determinare se si verificano sintomi correlati al consumo di lattosio.

Terapia:

La terapia si basa principalmente sulla gestione dei sintomi e sulla riduzione dell’assunzione di lattosio nella dieta. Ecco alcune opzioni terapeutiche comuni:

  1. Dieta a basso contenuto di lattosio: La modifica della dieta è il pilastro principale nella gestione dell’intolleranza al lattosio. Ciò comporta la riduzione o l’eliminazione degli alimenti che contengono lattosio o che possono contenerne quantità significative. Alimenti come latte, formaggi, yogurt, burro e alcuni prodotti da forno possono contenere lattosio. Tuttavia, molti alimenti lattiero-caseari senza lattosio o a basso contenuto di lattosio sono disponibili sul mercato come alternative.
  2. Utilizzo di enzimi lattasici: Gli integratori di enzimi lattasici, come la lattasi, possono essere assunti prima dei pasti o degli alimenti che contengono lattosio per aiutare nella digestione del lattosio. Questi integratori forniscono l’enzima lattasi che manca nell’intestino tenue, consentendo una migliore digestione del lattosio. Possono essere disponibili in forma di compresse, capsule o gocce.
  3. Graduale reintroduzione del lattosio: In alcuni casi, soprattutto se l’intolleranza al lattosio non è grave, è possibile sperimentare la reintroduzione graduale di piccole quantità di lattosio nella dieta per valutare la tolleranza individuale.
  4. Educazione alimentare: È importante acquisire familiarità con gli alimenti che contengono lattosio e imparare a leggere attentamente le etichette degli ingredienti. L’educazione alimentare può aiutare a identificare quelli che devono essere evitati o consumati con cautela e a scegliere alternative adatte alla dieta.
  5. Supporto dietetico: Consultare un medico dietologo specializzato nell’intolleranza al lattosio può essere di grande aiuto nella gestione della dieta e nell’ottenimento di una nutrizione adeguata. Questi può aiutare a sviluppare un piano alimentare appropriato, fornire informazioni su alternative alimentari e suggerire strategie per mantenere una dieta bilanciata senza lattosio.

È importante notare che ogni individuo può avere una diversa tolleranza al lattosio e le esigenze dietetiche possono variare.

Latte senza lattosio:

Il latte senza lattosio è un prodotto lattiero-caseario appositamente trattato per ridurre o eliminare completamente il contenuto di lattosio. È un’alternativa per le persone con intolleranza al lattosio che desiderano continuare a godere dei benefici nutrizionali del latte senza sperimentare i sintomi associati al consumo di lattosio.

Il processo per produrlo coinvolge l’aggiunta dell’enzima lattasi al latte normale. L’enzima lattasi aiuta a scomporre il lattosio in zuccheri più semplici, come il glucosio e il galattosio, che possono essere facilmente digeriti e assorbiti dall’organismo. Questo processo riduce il contenuto di lattosio del latte o lo rende completamente privo di lattosio.

Il latte senza lattosio è disponibile in diverse varianti, come il latte intero, il latte parzialmente scremato e il latte scremato. È importante notare che il latte privo di lattosio può avere un gusto leggermente più dolce rispetto al latte normale a causa della conversione del lattosio in zuccheri più semplici. Tuttavia, la differenza di sapore è generalmente minima e può variare da marca a marca.

Il latte senza lattosio è una fonte nutrizionale simile al latte normale, poiché fornisce proteine, calcio, vitamine del gruppo B e altri nutrienti essenziali. È particolarmente importante per le persone che hanno bisogno di assicurarsi un adeguato apporto di calcio e proteine nella loro dieta.

È importante leggere attentamente le etichette dei prodotti per confermare che si tratti effettivamente di latte senza lattosio e per verificare la data di scadenza. Alcune persone con intolleranza al lattosio possono tollerare piccole quantità di lattosio, quindi è possibile che alcune marche di latte senza lattosio contengano tracce di lattosio.

Marche di latte senza lattosio in Italia:

In Italia, ci sono diverse marche che offrono latte senza lattosio. Di seguito sono elencate alcune di queste marche:

  1. Parmalat Senza Lattosio. Zymil è prodotto da Parmalat.
  2. Granarolo Senza Lattosio. Accadì è un prodotto Granarolo.
  3. Centrale del Latte d’Italia Senza Lattosio
  4. Latterie Vicentine Senza Lattosio
  5. Latterie Friulane Senza Lattosio
  6. Sterilgarda Senza Lattosio
  7. Latteria Montello Senza Lattosio
  8. Centrale del Latte di Roma Senza Lattosio
  9. Latterie Venete Senza Lattosio
  10. Latteria Soresina Senza Lattosio

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